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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254911
Saltini, Guglielmo Enrico 16 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

correggendo le molte ma non sempre sicure che già possedevamo, spargessero lume dove rimaneva ancora tanta incertezza. Meglio chiarire la esposizione

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, se non d’oro, di meriti. Ma la sua terra natale, che s’appaga di piangere i figliuoli morti, meglio che tenerne conto vivi, non si curò di lui, che

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e scegliere da essa quelle parti che meglio rispondono al fantasma concepito, era il segno a cui mirava coll’alto intelletto il Fidia toscano, sebbene

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’oggi per le case d’ogni privato cittadino e dei poveri stessi. Elogio che vale meglio d’ogni frase rettorica. L’anno istesso modellò per l’Inghilterra

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del moto terrestre, palesa nell’autore mente arguta nel concepire, e facilità di mezzi nell’operare. Siede il Galileo, perchè chi sta seduto meglio

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. I contorni delle statue rimangono tali, quali escono dalla forma, senza essere alterati da lime o ceselli. E per far meglio conoscere l’effetto di

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meglio si faceva in passato. Vorremmo avere spazio e tempo per dare a tutti la debita lode e descrivere le cose più belle; ma per farlo

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Le cose passarono meglio a Lucca. Un suo cittadino POMPEO BATONI (n. 5 febbrajo 1708, m. 4 febbrajo 1787), riuscito pittore chiaro per immaginativa

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Ecco quali furono gli artisti principali toscani o fattisi toscani educati alle vecchie scuole; quali i lavori meglio pregiati del tempo loro; quale

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loro vita intellettuale per isbalzi dal cattivo al buono, ma camminano lentamente verso il meglio. E noi ogni qual volta ci facciamo a considerare la

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contentò di trovare meglio che il vero l’effetto. Meritano nondimeno tra le cose sue particolare ricordo, certe tele dipinte per adornare le pareti di un

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suoi quadri i meglio pregiati. E potremmo anche ricordare molti altri giovani studiosi, che accennano voler raggiungere nobile mèta; se il fin qui

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, vogliamo brevemente intrattenerci, per compiere meglio che per noi si possa l’ufficio nostro.

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meglio di mille cinquecento: ricorderemo prima il più famoso, la Clizia abbandonata da Apollo, dal quadro di Annibale Caracci (1772); ma non meritano

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artista, abile assai nel lavorare alla maniera del lapis e della matita, è la morte di Piramo e Tisbe da Guido o meglio da Lorenzo De-la-Hire

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onoranze non chieste e che ci vengon di fuori meglio che l'uomo illustrano la patria.

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